Acquario acqua dolce (Fredda)

Non tutti possono molte volte permettersi di poter mantenere in casa animali da compagnia come gatti, cani o altre tipologie di animali insoliti come roditori, volatili e rettili.

Allo stesso tempo, molti, optano per far piacere ai propri figli, a compagni/e o a se stessi, a valutare l’acquisto di un pesce, la maggior parte delle volte prediligendo il genere dei Carassi più comunemente chiamato “pesce rosso”, pensando che possa essere una scelta idonea, dettata dal fatto che siamo stati in passato, abituati a vedere questi animali, essere presi con tanta facilità e reperibilità in maniera molto semplice oltre che con costi irrisori, trovandoceli pure alle classiche fiere di paese, sottovalutando l’impegno che allo stesso tempo comporta e, di conseguenza, mantenendoli in condizioni non dovute, perché ancora una volta abituati e inconsapevolmente informati male sui metodi di mantenimento, e quindi, facendoli sopravvivere in classiche bocce di vetro, solo perché animali molto resistenti e quindi a vote in grado di sopravvivere anche in condizioni non idonee.

A tutto ciò, di fatti quando si ha successivamente la consapevolezza che stiamo sbagliando qualcosa, informandoci meglio, ci si apre un modo che non conoscevamo.

Bene, se oggi, quindi hai optato o sei incuriosito a come allestire un acquario di acqua dolce, in questo caso di acqua “fredda”, o ti sei accorto che il tuo pesce rosso, non è in una condizione idonea, OneMillionLink ti vine in supporto.

Perché viene specificato “acqua dolce fredda”? Perché esistono varie specie di pesci che hanno bisogno di determinati parametri differenti e quindi varie tecniche di mantenimento, molti, quando si parla di acquario tendono a confondersi e pensano che sia possibile mischiare molteplici specie tra di loro, ma non è così.

Si possono riprodurre vari tipi di acquario e si suddividono principalmente e molto più comunemente in tre tipologie:

  • ACQUA DOLCE FREDDA
  • ACQUA DOLCE TROPICALE
  • ACQUA SALATA

Esistono anche altre tecniche di riproduzioni, tra cui anche l’acqua salmastra, ma oggi OneMillionLink si concentrerà principalmente su acqua dolce fredda.

Partiamo da presupposto che abbiamo intenzione di acquistare un acquario, la prima cosa da dover fare è decidere che tipo di pesci ci piacerebbe ospitare, in quanto come già accennato, ogni tipologia di animale, avrà le sue necessità sia di spazio che di parametri chimici e temperature, senza neanche sottovalutare le varie compatibilità.

Quindi, per questo oggi partiamo con quello più basico in assoluto; facciamo finta quindi di aver scelto di acquistare il classico pesce rosso o qualche cugino similare come da esempio un Oranda o Orifiamma, altri pesci che fanno parte della stessa famiglia e con valori chimici di mantenimento similari, la differenza principale tra gli ultimi citati, dal classico pesce rosso, loro otre a poter vivere in acqua fredda o temperatura ambiente, prediligo temperature un po più costanti e miti 19°-21°, mentre il pesce rosso, è possibile poterlo allevare anche in un laghetto artificiale esterno, in quanto può resistere anche a temperature più rigide.

Partiamo quindi dalla dimensione della vasca, quindi del nostro acquario, che è molto differente da quello che siamo sempre stati abituati a vedere, cioè bocce di vetro, vasche minuscole in plastica o acrilico. Per prima cosa per valutare un rapporto mediamente idoneo per dare la giusta quantità di spazio vitale, sarebbe giusto dare ad ogni centimetro di pesce in fase adulta, almeno un litro di acqua; quindi per un pesce come il Carassius Aruatus “pesce rosso” che può arrivare a misurare anche fino a 12-15 Cm circa varrebbe a dire che dovremmo dare almeno 15 Litri di acqua per pesce; questo non vuol dire che deve stare in 15 litri (anche se potrebbe malamente sopravvivere), ma, siccome è un animale che ama nuotare in ampi spazi, dovremmo dare almeno un acquario che va da un minimo di 50-60 Lt. in su, perché come nella maggior parte dei casi, più spazio riusciamo a dare, meglio i nostri piccoli ospiti potranno giovarne in salute; in questo spazio (60 Lt. c.a.), quindi, un “giusto” rapporto di animali potrebbe essere un massimo di tre pesci.

Questo anche per favorire il giusto mantenimento nel tempo dell’acqua che verrà mantenuta filtrata da un filtro che può essere posizionato all’interno od esterno dell’acquario e rendere stabili i valori chimici all’interno dell’acqua, dato che si creeranno nel tempo, sostanze tossiche che andranno a inquinare come ad esempio ammoniaca, nitriti e nitrati, che vedremo successivamente cosa sono.

Dopo che avremmo valutato la grandezza idonea per il giusto rapporto di animali che vorremmo mantenere, dovremmo quindi valutare anche l’allestimento; cosa importante, è renderlo il più semplice possibile ma allo stesso tempo renderlo il più simile al loro habitat naturale, in modo che lo stress della cattività, li possa rendere più tranquilli e quindi anche più sani.

Per far ciò potremmo anche inserire delle piante acquatiche che possono aiutare in maniera naturale al mantenimento dell’acquario, iniettando ossigeno e traendo nutrimento quindi anche “aiutando” la filtrazione, da quelle sostanze che si possono andare a ricreare, oltre a quello che dovrà essere anche il loro fabbisogno con l’integrazione di fertilizzanti idonei.
Per poter far ciò, dovremmo quindi attrezzarci come fondo, un un substrato fertile dove le piante andranno ad attecchire con le loro radici e andranno a trarre nutrimenti per la loro crescita, la quantità di fondo fertile, dovrà essere circa tre centimetri di spessore, e successivamente, adagiato su di esso, ulteriori due centimetri circa di ghiaia per acquari, meglio ancora se sassolini di fiume o quarzite.
Le piante, più indicate con i pesci rossi sono: Anubias Batteri, Microsorum Pteropus, Bucephalandra; queste, sono piante molto semplici e molto usate anche per poter fare Acquascaping, e non hanno grosse esigenze di fatti spopolano molto in acquariologia in quanto vengono anche utilizzate per poter fare composizioni su roccia, su legno o anche su altre decorazioni porose, perché anno la possibilità di poter attecchire anche su altri materiale e trarre comunque nutrimenti necessari alla loro crescita.

Passiamo al filtro, solitamente, il filtro in acquari di piccole medie dimensioni, è già incluso, questo, già dalla parola stessa, serve a filtrare l’acqua , creando un ricircolo della stessa e tramite i materiali filtranti posti al suo interno (che andranno cambiati periodicamente), aiuterà a mantenere l’acqua pulita trattenendo tutte le sostanze tossiche che si ricreeranno nel tempo; solitamente, i filtri si suddividono in due tipologie, meccanico o biologico, da differenza sostanziale tra i due, è che quello biologico sfrutta principalmente una tecnica di base basata su una filtrazione batterica, mentre quello meccanico in supporto ai batteri, vengono utilizzate delle resine e carboni attivi.

Partiamo dal presupposto che un aquario che si autogestisce, “non esiste” o per lo meno, è fattibile farlo, ma ci vorrebbe una tecnica e una esperienza tale che non è alla portata di tutti, ma una piccola chicca posso anche svelarvela, più un acquario è grande, meno sarà difficile la sua manutenzione, perché in un acquario più grande (sempre se ben avviato, con le giuste proporzioni di allestimento, popolazione e manutenzione), i valori chimici si sballeranno più lentamente.

Un filtro completo quindi al suo interno verrà sviluppato in questo modo: Cannolicchi, che sono dei ciottoli ceramici dove si andrà a insediare la flora batterica attiva, indispensabile al mantenimento biologico, dopo di che una spugna con porosità medio grande, una spugna con porosità medio piccola, dei carboni attivi nel caso sia un filtro meccanico e in ultimo passaggio una “lana” filtrante”.

Dopo che abbiamo quindi capito la capienza, il funzionamento del filtro e lo abbiamo allestito, non ci resta altro che attivarlo, ciò vuol dire, metterlo in funzione, cioè inserire l’acqua al suo interno, l’acqua potremmo in questo caso anche utilizzare acqua del rubinetto, preferibilmente tratta con un biocondizionatore, che ci aiuterà a farla decantare, cioè ad eliminare quelle sostanze che possono rendere l’acqua del rubinetto impura, tra cui cloro, calcare e metalli pesanti, oltre a ciò, prima abbiamo parlato di flora batterica, ecco, dovremmo munirci anche di batteri liquidi o in pastiglia per poter favorire l’attivazione, successivamente aspettare 15-20 giorni in modo che l’attivazione faccia il suo corso, facendo modo che i valori chimici e batterici si siano stabilizzati.
Dopo di che se i valori saranno stabili, sarà poi possibile ospitare gli animali scelti, le quantità dovranno essere inserite a step in giorni alternati, in modo che i batteri inizino a lavorare con un carico organico graduale.

Abbiamo parlato di batteri ed abbiamo visto anche a cosa servono, ma i valori chimici, ora dobbiamo anche sapere cosa sono, perché si formano e quali sono i giusti parametri da mantenere.

Cosa molto importate, è valutare questi parametri prima dell’inserimento degli animali, che possono essere guardati molto semplicemente con delle cartine tornasole o con dei reagenti, e sarebbe giusto anche controllarli periodicamente in modo da riuscire a valutare lo stato di salute del nostro acquario.

I parametri principali da guardare sono:

  • PH : cioè lo sbilanciamento degli ioni H+ e OH− cioè se l’acqua è acida o alcalina
  • KH : indice di misura della durezza carbonatica
  • GH : concentrazione dei sali disciolti
  • No2 : Nitriti, (inquinante) ossidazzione dell’ammonio
  • No3 : Nitrati, ossidazzione No2, possono essere anche nutrimento per le piante.
  • NH3/NH4: Ammoniaca e Ammonio
  • PO4: Fosfati, decomposizione del materiale (cibo, piante, ecc) può essere nutrimento per le piante come i nitrati ma tossico se in ampie quantità

Ci sarebbero anche altri valori da valutare, ma questi sono quelli principali da mantenere sempre in considerazione in maniera che non si alterino.
Vediamo ora i parametri ideali per poter ospitare i nostri Carassi:

  • PH: 7,5°- 8°
  • KH: 3° – 6 °
  • GH: 4 -10
  • No2: < 0,03 mg/l
  • No3: 0 mg/l — tollerabile max 12 mg/l
  • NH3/NH4: 0 mg/l — tollerabile max 0,25 mg/l
  • PO4: < 0,02 ml/l — max < 0,05 ml/l
  • Temperatura preferibilmente ambiente evitare sopra i 23° per lungo tempo

Quindi, ora che abbiamo un quadro completo, come già anticipato precedentemente, va fatta manutenzione, una manutenzione ordinaria, sarebbe utile farla mediamente a cadenza settimanale, facendo un cambio d’acqua di circa il 30% ciò andrà fatto con un sifone, che servirà oltre che a estrarre l’acqua anche per pulire il fondale da tutti quei residui che si andranno ad accumulare sul fondo; dal momento in cui andremo ad aggiungere nuova acqua, dovremmo anche aggiungere i prodotti come il biocondizionatore e i batteri per la stessa quantità della nuova acqua che avremmo aggiunto, questo per non andare a creare un calo batterico, in quanto andremmo ad eliminare anche batteri buoni insieme al cambio e dovremmo trattare l’acqua del rubinetto da quelle impurità descritte in precedenza.
Per quanto riguarda i ricambi dei filtri, i cannolicchi non andranno mai toccati o lavati, in quanto base del nostro carico batterico, le spugne andranno cambiate in maniera alternata con scadenza mensile, la lana bianca preferibilmente con scadenza massimo bisettimanale e se utilizziamo i carboni attivi, assolutamente mensilmente.

Ora non ci resta nient altro che metterci all’opera e iniziare ad allestire il nostro nuovo acquario!!

Ammetto che esistono varie tecniche per l’attivazione e mantenimento di un acquario dolce, ma tra tutte, questa è quella che ha dato meno problemi ed è risultata la più efficace nel tempo, testata e garantita, in vari anni di esperienza in merito.

Potete comunque contattarmi per avere delucidazioni in merito.

Di seguito potrete trovare il materiale per mettervi all’opera!

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Substrato fertile https://amzn.to/2UvDql9

Test reagenti https://amzn.to/3doy9Vb

Test cartine tornasole https://amzn.to/39aXpuQ

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Batteri attivazione https://amzn.to/3dhHcqO

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